Intervista al consulente SEO freelance Emanuele Vaccari

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Il mondo della SEO è in continua evoluzione. Gli algoritmi di Google cambiano in maniera imprevedibile e bisogna escogitare di volta in volta nuovi sistemi per ottimizzare un sito in maniera adeguata affinché ottenga un buon posizionamento tra i risultati di ricerca.

Questa mutevolezza di fondo dei concetti cardine dell’ottimizzazione di un sito web ha indubbiamente i suoi svantaggi, ma per gli esperti del settore, quelli che hanno davvero passione per questa professione, rappresenta invece una continua ed eccitante sfida alle proprie capacità, considerando Google non come un nemico da combattere e imbrogliare, ma come un intelligente sistema cui adattarsi comprendendo le sue logiche.

È questo il caso di Emanuele Vaccari, consulente SEO freelance modenese, che ha accettato di buon grado di rispondere alle mie domande sulla sua vita, il suo lavoro, e sul mondo della SEO e della rete in generale.

1. Presentazione personale e professionale: chi sei/cosa fai/perché lo fai?

Mi chiamo Emanuele Vaccari, sono di Modena e faccio il consulente SEO freelance da dicembre 2013 e appassionato del web dal 1996, quando a 10 anni, su Netscape 2 (e Windows 3.1) mi si aprivano le porte del mondo nel soggiorno di casa (a 2000 lire all’ora!). La SEO però l’ho conosciuta alla fine degli anni Novanta con i mitici siti sui cartoni animati giapponesi che si facevano su Tripod, Geocities ed Angelfire (se vi ricordate di questi siti, siete vecchi come me!), riempiendoli di pesantissime gif animate. La scintilla è scaturita nel momento in cui mi sono chiesto come mai se cercavo “Vegeta” su Altavista ci fossero quei siti invece che altri. Scoprii molto presto tramite i newsgroup che, ad esempio, evidenziando la pagina con il mouse avrei trovato scritto “Vegeta” decine di volte con lo stesso colore dello sfondo!

Lo faccio perché mi consente di sfogare la mia insaziabile curiosità rendendola di fatto uno strumento essenziale per il mio lavoro. E poi perché la sensazione che provi quando capisci di aver fatto centro è impagabile!

2. Cosa ti contraddistingue dagli altri consulenti SEO a livello teorico? E nella pratica pensi di usare tecniche/strumenti/metodi che gli altri non usano?

Sicuramente mi contraddistingue una spasmodica ricerca della semplicità nel fare SEO. Penso che pur essendo formata da una moltitudine di dettagli da curare, soprattutto a livello tecnico, questa disciplina nasconda una vena di semplicità e linearità che punta essenzialmente alla soddisfazione, piuttosto sinergica nella forma, di utenti e motori di ricerca. Questi ultimi, infatti, aspirano ad arrivare al punto di poter giudicare i documenti sul web, e quindi classificarli in ordine di importanza (per l’utente) nelle SERP, cercando di arrivare a ragionare come un essere umano. Inoltre mi sto concentrando sempre di più nel lavorare su qualcosa che è completamente sotto il controllo del webmaster (inteso come proprietario e gestore di un sito, non di sviluppatore come molti utilizzano, penso impropriamente, il termine oggigiorno) che vuole fare SEO: la rilevanza. È la metrica che Google cerca sempre di più di comprendere attraverso gli algoritmi “intelligenti”, ed è formata non solamente dai “testi”, ma dalla struttura del sito, dei path di scansione dei crawler e degli utenti stessi, dalla user experience in toto. È un approccio che purtroppo spesso tende a spaesare i miei clienti, che prima di tutto devono togliersi dalla testa anni di lavaggio del cervello da parte di chi vuole vendere una “verità” spesso raggiungibile attraverso corsi e tool che, ohibò, per puro caso vende direttamente.

3. Consulente SEO freelance e Agenzia SEO offrono lo stesso servizio ma presentano delle differenze. Per quale tipo di clienti pensi sia più indicata una figura piuttosto che l’altra?

Partiamo col fatto che dire “Agenzia SEO” vuol dire tutto e niente. Esistono “Agenzie SEO” che vendono “SEO” ma in realtà ti vendono link dalle loro PBN a canone, l’ho visto fare anche da realtà molto blasonate. Esistono invece “Agenzie SEO” formate da veri professionisti dalle skill verticali. Ecco, queste posso chiamarle Agenzie SEO senza le virgolette. Detto questo, le suddette Agenzie SEO possono interfacciarsi e sfruttare il budget di grandi realtà (e avere figure dedicate alla sopportazione della tremenda burocrazia presente nella gestione di un sito web di una realtà molto strutturata) dedicando un team intero ad un progetto che può finanziariamente supportare uno sforzo del genere. Sono indicate per chi vuole delegare completamente il lavoro ottenendo comunque risultati rilevanti (con il budget, si può).

Il consulente SEO è invece più adatto a chi vuole un rapporto più stretto con il professionista, qualcuno che possa avere il tempo di capire veramente il suo business, chi non ha il budget per un team ma vuole comunque una figura capace di “dirigere” lo sforzo di web marketing in modo sensato, chi non vuole, di fatto, essere un numero o comunque uno dei tanti progetti. Inoltre il professionista freelance offre un vantaggio praticamente incolmabile dall’agenzia: puoi conoscere qualcuno, o comunque farti un’idea di chi vai a incaricare di un lavoro, molto prima. Puoi leggere blog, seguire sui social, iscriverti ad una newsletter e capire piuttosto chiaramente il suo “stile” e la sua inclinazione verso le attività SEO. Buona parte dei contatti che arrivano cercano me perché mi hanno conosciuto sul mio canale YouTube o sui “Fatti di SEO“.

4. Si discute spesso dell’efficacia o meno della link building. Quanto pensi incida nel buon posizionamento di un sito web un lavoro del genere?

Premettendo che, per rispondere a questa domanda, feci un post/sfogo intitolato “Che noia questi ‘SEO’ italiani e i loro link: quel Distilled galeotto“, che vi invito a leggere alla fine dell’intervista, dirò brevemente due cose:

  1. I link sono e saranno, fino al raggiungimento di oscuri traguardi dei quali parlo nella domanda successiva, elemento fondamentale, caratterizzante e fondante di Internet. Non sono importanti solamente per il posizionamento, ma per la buona riuscita di un progetto web in toto.
  2. “Link building” come tutta la terminologia del mestiere può voler dire tutto e il contrario di tutto. Per me costruire “link” significa costruire veri collegamenti, il pagerank è solo uno degli aspetti che mi interessano. Ho clienti che hanno link che portano ogni giorno conversioni, ottenuti senza pagare, che hanno portato nel tempo a vere e proprie collaborazioni lavorative. Costruire collegamenti/rapporti significa interfacciarsi con la propria nicchia, comunicare, dare e avere. Sotto questo punto di vista, è un aspetto fondamentale. E lo è anche a livello tecnico, il pagerank serve, anche se per esperienza posso dire che non è la panacea di tutti i mali della quale parlano soprattutto chi questi link li vende!

5. Come ti vedi/vedi il mondo della seo tra dieci anni?

Tra dieci anni penso che internet sarà qualcosa di molto diverso da oggi. I portali d’accesso, come Google e Facebook, avranno il controllo quasi totale di quelli che saranno tornati ad essere dei “terminali”: stanno cercando (e di fatto riuscendo) ad accentrare contenuti e quindi traffico a discapito dell’idea primigenia del web di milioni di contenitori collegati tra loro. Tra dieci anni probabilmente parleremo direttamente con queste entità (probabilmente molto prima a dire il vero), e non so cosa sarà rimasto dei miei amati siti web.

Probabilmente la SEO sarà interamente dedicata alla ricerca interna a grandi portali, che fanno parte della SEO anche ora (pensate alla SEO su Amazon per un e-commerce ad esempio) ma che diverranno, temo, la SEO in toto. Sinceramente, tra dieci anni spero di poter dedicarmi ad altro se il mestiere diverrà davvero così noioso e poco stimolante. Se vedrò il mercato pendere con troppa decisione verso uno scenario del genere, mi dedicherò alle piadine nelle spiagge giamaicane come progettava anni fa un amico! Se penso a internet quindici anni fa, all’ingenuità e alla purezza dello sforzo di condivisione, agli “esperimenti” che erano più simili al bambino che si mette in bocca tutto che allo scienziato che cerca di ottenere il massimo dal minimo sforzo, beh sento una grande malinconia. Internet mi pare sempre di più una mastodontica occasione sprecata. Per concludere, “Lo scopriremo solo vivendo” come cantava il mio amato Lucio Battisti.

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